Bere birra, ormai lo sappiamo, non soltanto fa bene al nostro umore, ma ha numerosi effetti benefici sulla nostra salute. Tra le tante proprietà della nostra amata bevanda ce ne sarebbe una in particolare che riguarda la possibilità di contrastare l’attività delle cellule tumorali.
Da tempo prestigiose ricerche scientifiche hanno sfatato il noto luogo comune secondo il quale il consumo di bevande alcoliche sarebbe direttamente correlato alla comparsa di tumori delle prime vie dell’apparato digerente. Oggi nuove ricerche si spingono oltre per dimostrare che lo xantumolo, un particolare polifenolo contenuto nella pianta del luppolo, è realmente una sostanza antitumorale.
Da uno studio condotto dall’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova, risulta, infatti, che questa sostanza presente nelle infiorescenze femminili del luppolo, oltre a possedere un’azione antiossidante e anti radicali liberi, sia in grado di inibire la proliferazione e la vitalità delle cellule tumorali umane di carcinomi mammari, ovarici e di tumori del colon. La ricerca ha, inoltre, evidenziato come questo polifenolo presente nella birra, sia capace di indurre la morte delle cellule leucemiche e di frenare l’angiogenesi, cioè la proliferazione dei vasi sanguigni che alimentano la crescita dei tumori. Lo xantumolo sarebbe 100 volte più potente dei polifenoli contenuti nel tè verde e nel vino rosso e proprio per questo motivo potrebbe essere impiegato in un futuro non troppo lontano come farmaco da somministrare, in associazione con altri, durante la chemioterapia. Una seconda ricerca condotta dal dipartimento di biochimica della facoltà di medicina dell’Università di Oporto in Portogallo ha messo in risalto la potente azione inibitoria dello xantumolo sulla sintesi estrogenica, aprendo interessanti prospettive nella prevenzione e nel trattamento delle malattie estrogeno – dipendenti quali il cancro al seno.
Un altro studio condotto dai ricercatori del German Cancer Research Center di Heidelberg, Germania, aveva il compito di esaminare come questa sostanza potesse agire sugli androgeni maschili, allo stesso modo di come agisce sugli estrogeni femminili, al fine di valutare il suo impiego nella prevenzione del cancro alla prostata. Il team di ricercatori hanno stimolato le cellule cancerose con il testosterone ottenendo una conseguente e massiccia secrezione dell’antigene prostatico specifico (PSA) che è utilizzato nello screening e nella diagnosi del cancro alla prostata. Dopodiché sono stati esaminati gli effetti del testosterone e dello xantoumolo sulle cellule. Si è così scoperto che il polifenolo si lega direttamente alla struttura del recettore degli androgeni e impedisce il “trasloco” di questo recettore dal nucleo della cellula, inibendo di fatto la possibilità di attivare la secrezione del PSA.
Non tutte le birre però contengono un’elevata concentrazione di xantumolo. La migliore è quella a più alto contenuto di luppolo, quindi dal sapore più amaro e dotata di una schiuma densa e persistente. La bassa quantità di luppolo porterebbe la schiuma a dissolversi quasi immediatamente.